Si sente sempre più spesso parlare di influencer, ovvero figure del web che attraverso post sui social e articoli sui loro blog, “influenzano” i propri follower nelle scelte d’acquisto.
Quindi aziende ed erogatori di servizi scelgono di affidare parte della loro pubblicità e promozione online a questi personaggi che ormai affollano ogni giorno di più l’etere.
Ma perchè ci si affida agli influencer per promuoversi?
La risposta è semplice. Perché gli utenti hanno capito che è più facile e sincero fidarsi di una persona che si segue ogni giorno piuttosto che di una pubblicità in cui è chi produce che elogia i pregi del proprio prodotto.
Con l’avvento sempre maggiore della pubblicità web, vi sono meno utenti che decidono di credere alle promozioni o l’advertising online. I più giovani inoltre, che navigano da quando sono piccoli su internet, conoscono i modi per avere maggiori informazioni, opinioni e dettagli.
La consacrazione infine di adolescenti e ragazzi, che con i social hanno potuto mostrare le proprie abilità e la propria preparazione su diversi argomenti, ha fatto sì che gli influencer ispirino fiducia e autorevolezza in chi li segue.
L’influencer inoltre ha follower in target con gli argomenti di cui tratta, pertanto affidarsi ad uno di essi significa spendere soldi per raggiugere solo persone che quasi sicuramente sono interessate ad un determinato prodotto.
Eppure col tempo, quella che doveva essere una pratica sicura e consapevole, si è trasformata, con il diffondersi di questo tipo di promozioni, in una trappola per tutti coloro che non sanno scegliere con cura l’influencer giusto, a causa di account con follower comprati, commenti e like falsi.
Come fare quindi a scegliere l’influencer giusto?
Per prima cosa non bisogna guardare solo i numeri. Se ci si ferma a quelli, la maggior parte delle volte succede di venir fregati.
Il modo giusto è quello di seguire ogni giorno per diverse settimane il personaggio o i personaggi a cui si vuole affidare la propria pubblicità.
Tenere sotto controllo quanti follower aumentano di volta in volta, quanti like e quanti commenti prendono le foto ed infine controllare chi commenta e cosa scrive.
E’ necessario anche osservare con attenzione la lista dei seguaci: se vi sono molti profili senza foto e con nomi stranieri (per lo più arabi e indiani) molto probabilmente l’influencer ha pagato un’agenzia per comprare account falsi ed arrivare ad avere grandi numeri.
Se i commenti sono impersonali e a commentare sono sempre le stesse persone, allora probabilmente sono gruppi con cui l’influencer si scambia like e commenti.
Una volta controllati i numeri è importante capire in che modo vengono descritti i prodotti e gli articoli delle aziende con cui collabora.
Una semplice foto o una breve didascalia non basta a promuovere al meglio un articolo. Lo storytelling è un elemento da non sottovalutare, in quanto spesso gli utenti si sentono coinvolti se viene raccontata loro una storia che faccia suscitare emozioni.
Infine non dimenticare di far annunciare la sponsorizzazione dall’influencer.
Gli hashtag AD o Sponsored sono fondamentali sia per quanto riguarda la trasparenza verso i follower che per non incappare in problemi legali.
Per quanto si creda che sia meglio che chi promuove esprima un parere sincero ed incondizionato, è preferibile che si sappia subito piuttosto che scoprirlo per caso successivamente.
Se questi piccoli suggerimenti verranno seguiti, si potrà avere un ottimo ritorno per l’azienda.
E se non ci fossero i soldi necessari per pagare un “grande” influencer?
Niente paura, da qualche tempo si è visto che anche i micro influencer svolgono nel migliore dei modi il loro lavoro di promozione.
Se quindi non si avessero grandi budget a disposizione, cercare personaggi del web che hanno numeri più piccoli ma con tanto engagement, potrebbe essere la soluzione adatta.
Le regole elencate sopra valgono anche per piccoli account social, quindi non bisogna farsi prendere dal panico: l’influencer marketing è adatto anche per le piccole attività!
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