Da qualche anno si è diffuso come standard di progettazione e sviluppo dei siti la tecnologia del Responsive Design, ovvero dello sviluppo di siti che si adattano alle dimensioni dei dispositivi in cui sono visualizzati, cercando di limitare il più possibile le differenze tra le varie tipologie di browser e relative versioni.
Il Responsive Design si basa sui vari scatti di dimensione dello schermo del dispositivo e solitamente vengono considerati i seguenti:
- Schermi fino a 320px (smartphone con orientamento portrait)
- Schermi fino a 480px (smartphone con orientamento landscape)
- Schermi fino a 768px (tablet con orientamento portrait)
- Schermi fino a 992px (tablet con orientamento landscape)
- Schermi fino a 1200px (tablet con orientamento landscape)
- Schermi oltre 1200px (laptop e desktop)
Con questa metodologia di progettazione e sviluppo la visualizzazione su laptop/desktop è sempre stata considerata primaria per definire la struttura del sito per poi derivare la visualizzazione per tablet e mobile, togliendo o modificando parti del sito per renderle compatibili e correttamente fruibili.
Ma oggi la visualizzazione mobile può essere considerata secondaria?
La tendenza ora è quella del Mobile First, cioè partire dalla progettazione su mobile per poi pensare alle risoluzioni più alte, quindi un Responsive Design al contrario.
Quindi in testa l’esperienza mobile perché:
- Tutto ciò che è visibile/fruibile su mobile è sicuramente visibile su tutti gli altri dispositivi in maniera ottimale, quindi il sito finale avrà una qualità maggiore dal mobile al desktop
- Fin da subito si considerano gli elementi più importanti da mostrare sul sito, dal punto di vista grafico che dei contenuti. Al contrario con il Responsive Design la tendenza era quella di mostrare tutto sui desktop device per poi togliere elementi e funzionalità sul mobile, ma poteva capitare che gli elementi importanti non venissero visualizzati correttamente, appunto perché pensati per schermi di grande formato
Con l’approccio Mobile First chi progetta il sito e le sue funzionalità ha già da subito le idee chiare su quali saranno i contenuti primari e secondari del sito, quindi si adopererà per visualizzare gli elementi importanti nel migliore dei modi, senza introdurre contenuti superflui o di poca importanza.
Altro punto fondamentale è il tempo caricamento delle pagine.
Google ha deciso di tenere in considerazione la velocità del sito nell’algoritmo che determina i risultati di ricerca:
Originale | Traduzione |
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“Speeding up websites is important — not just to site owners, but to all Internet users. Faster sites create happy users and we’ve seen in our internal studies that when a site responds slowly, visitors spend less time there. But faster sites don’t just improve user experience; recent data shows that improving site speed also reduces operating costs. Like us, our users place a lot of value in speed — that’s why we’ve decided to take site speed into account in our search rankings. We use a variety of sources to determine the speed of a site relative to other sites.“ | “Velocizzare i siti è importante, non solo per i proprietari dei siti, ma per tutti gli utenti di Internet. I siti più veloci portano utenti felici e abbiamo visto nei nostri studi interni che quando un sito risponde lentamente, i visitatori vi trascorrono meno tempo. Ma i siti più veloci non migliorano solo l’esperienza utente; dati recenti mostrano che il miglioramento della velocità del sito riduce anche i costi operativi. Come noi, i nostri utenti danno molto valore alla velocità: ecco perché abbiamo deciso di tenere in considerazione la velocità del sito nelle nostre classifiche di ricerca. Utilizziamo una varietà di fonti per determinare la velocità di un sito rispetto ad altri siti.” |
[didascalia_foto]Fonte: Google Webmaster Central Blog[/didascalia_foto]
La velocità di caricamento delle pagine è anche importante per l’esperienza dell’utente: le pagine con un tempo di caricamento più lungo tendono ad avere frequenze di rimbalzo (bounce rate) più elevate, in pratica l’utente arriva sul sito e rimbalza subito via, e un tempo medio di permanenza sulla pagina inferiore.
È stato inoltre dimostrato che i tempi di caricamento più lunghi influiscono negativamente sulle conversioni, un’azione compiuta da un utente, per esempio concludere un acquisto, compilare un modulo di contatto, registrarsi, visualizzare l’intero contenuto di pagina e molto altro.
Qualche dato in più…
Dai nuovi dati della Total Digital Audience del mese di settembre 2017 pubblicati l’8 novembre 2017 è emerso che nel giorno medio sono stati 25,4 milioni gli italiani che si sono collegati almeno una volta a internet, trascorrendo in media 2 ore e 11 minuti a persona.
Più in dettaglio, nel giorno medio hanno navigato da PC 11 milioni di italiani (il 20% della popolazione dai 2 anni in su) e/o da mobile (smartphone e/o tablet) 22,7 milioni (il 51,8% della popolazione tra i 18 e i 74 anni).
[didascalia_foto]Fonte Audiweb[/didascalia_foto]
I giovani, ad esempio, restano in prima linea in fatto di accesso a internet nella quotidianità, con il 66,5% dei 18-24enni online almeno una volta nel giorno medio e, più in dettaglio, il 62,8% che accede da Mobile (smartphone e/o tablet).
Per quanto riguarda il tempo trascorso online, emerge ancora il dominio del Mobile sul PC, con l’80,4% del tempo totale online generato dalla fruizione in mobilità.
[didascalia_foto]Fonte Audiweb[/didascalia_foto]
Conclusioni
Oggi progettare un sito in ottica Mobile First è fondamentale dal punto di vista della User Experience e del digital marketing.
Non si tratta infatti semplicemente di progettare dei siti che siano fruibili su mobile in maniera ottimale, ma anche di comprendere come intercettare e coinvolgere un’audience sempre più connessa dagli smartphone e sempre meno connessa da desktop.
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