Lasciato alle spalle il meritato l’ozio estivo, per molti (forse anche per te) l’autunno è il periodo migliore per guardarsi attorno a caccia di nuove opportunità: mentre freelance e imprenditori cercano di ampliare il loro giro di clienti, ci sono tanti dipendenti che mirano all’ambito salto di carriera, o a trovare un’altra azienda che li valorizzi di più.
Mentre compilano il loro profilo Linkedin o si presentano al primo incontro conoscitivo, però, tantissimi incappano nello stesso errore: quello di limitarsi ad allungare a dismisura la lista di certificazioni conseguite, lingue straniere, strumenti e software che sanno usare, corsi di formazione frequentati. Certo, le competenze tecniche (hard skills) sono la base imprescindibile per sapersi approcciare a qualsiasi mansione, ma un professionista è molto di più di un piatto elenco di voci. Anzi, sulla carta potrà essere il più qualificato del mondo, ma chi garantisce che sappia inserirsi in modo armonico in un team, rispettando i ruoli degli altri e collaborando per un obiettivo comune, anche quando il gioco si fa duro? È qui che scendono in campo le soft skills, o competenze trasversali, che (purtroppo!) non rientrano nei programmi delle università, ma fanno la differenza in qualsiasi ambiente di lavoro.
In linea teorica, le soft skills sembrano infinite o quasi, ma ce ne sono alcune di cui proprio non si può fare a meno, indipendentemente dall’azienda e dal settore in cui si lavora. Ripercorriamole insieme!
Comunicazione efficace
Di comunicazione ormai si parla in tutte le salse, ma sembra quasi che sia soltanto materia da giornalisti e social media manager. Niente di più sbagliato! In fin dei conti, cos’hanno in comune uno startupper che fa un pitch di fronte a una platea di potenziali investitori, un commerciale che incontra un cliente e un supervisor che dà istruzioni a uno stagista? Esatto, tutti e tre stanno comunicando. Il che significa tante cose:
- Innanzitutto, mettersi nei panni dell’altro: quali sono le sue aspettative? Quanto ne sa dell’argomento? Qual è il suo stato d’animo?
- Strutturare in modo gerarchico le informazioni, in modo tale da trasmettere i concetti fondamentali nel modo più chiaro ed efficace possibile. Sembra una banalità, ma quante volte ti è capitato di leggere (o ascoltare) frasi ampollose e inutilmente contorte, che non arrivavano mai al punto?
- Interpretare le reazioni dell’interlocutore, compresi il tono di voce, le espressioni del viso e il linguaggio del corpo.
Potremmo continuare ancora a lungo, ma il principio è che “non si può non comunicare”. Se è così, vale la pena di farlo nel modo migliore possibile!
Capacità di ascolto
Ascoltare sembra la cosa più naturale del mondo ma, per riprendere le parole dello scrittore Stephen R. Covey, “la maggior parte di noi non ascolta con l’intento di capire. Ascoltiamo con l’intento di rispondere.” Così facendo, però, si perdono di vista un sacco di dettagli fondamentali. Ecco qualche semplice consiglio per ascoltare davvero gli altri (colleghi, clienti, superiori…) e sviluppare empatia con loro:
- Bando al multitasking: mentre si dialoga, lo smartphone deve restare fermo sulla scrivania.
- Per riprendere la citazione di poco fa, non sempre è indispensabile replicare “alla pari”. Se un collega designer sta spiegando i ragionamenti che si celano dietro il nuovo logo da proporre al cliente, che senso ha interromperlo per aprire una lunga parentesi sulla strategia SEO? Lasciare a ciascuno il tempo di esprimersi è la base per costruire relazioni serene… e si può anche approfittarne per imparare qualcosa di nuovo!
- Bisogna prediligere le domande a risposta aperta, che non “costringono” implicitamente l’interlocutore a confermare un’opinione pregressa.
Lavoro in team
Nessuno, nemmeno il freelance più instancabile che ha l’ufficio in casa propria, può dire di lavorare completamente da solo. Tutti i ruoli professionali richiedono di fare squadra con i colleghi, i collaboratori esterni, le figure che stanno un gradino sopra o un gradino sotto nell’organigramma aziendale. Ogni progetto infatti è un puzzle in cui ciascuno deve mettere il proprio tassello, incastrandolo alla perfezione con tutti gli altri.
Questo non sempre è facile, perché gli amici si scelgono ma i colleghi no, quindi capita di avere a che fare con persone di età e carattere diverso, scoprendo che ciascuna gestisce le emozioni a modo suo. Ma ne vale la pena, perché i risultati si toccano con mano. E poi, lavorare in un ambiente sereno è molto più piacevole!
Flessibilità
La professionalità è fatta di regole, su questo non ci piove. Ma non si può sempre incasellare tutto… e anche qui in DigitalHive ne sappiamo qualcosa! I nostri consulenti SEO hanno sempre gli occhi aperti, perché sanno che da un giorno all’altro può entrare in vigore qualche imponderabile aggiornamento dell’algoritmo di Google. Anche WordPress non è da meno: ci sono funzionalità che ormai usiamo a occhi chiusi, ma magari tra un mese o un anno non esisteranno più e dovremo impararne altre.
Il mercato cambia in continuazione, le tecnologie anche, nessun progetto è la fotocopia del precedente. Che senso ha chiudersi a riccio e restare immobili sulla propria posizione? In qualsiasi lavoro, chi sa “leggere” il contesto e adattarsi al volo ha di sicuro una marcia in più.
Gestione del tempo
A ripensarci sembra preistoria, ma non è passato troppo tempo da quando ci si poteva chiudere la porta dell’ufficio alle spalle e dimenticarsi tutto fino alle 9 del mattino seguente. Oggi, invece, le mail di lavoro ci raggiungono ovunque, notti e weekend compresi. E c’è la tentazione di restare sempre connessi, approfittando di ogni minuto libero per rispondere a un cliente o limare i dettagli di un elaborato prima della consegna.
Ma siamo sicuri del fatto che sia un bene? Le aziende iniziano ad apprezzare sempre di più chi si dimostra in grado di stabilire le priorità, pianificare le attività, delegarle quando necessario e portarle a termine entro la scadenza prefissata, senza bisogno di passare le nottate sulla scrivania. Meglio otto ore, ma produttive, di dodici costellate di imprevisti e cambiamenti di programma!
Leadership
Sì, è un termine ormai abusato, ma è anche importante mettere alcuni paletti perché su questo tema circola ancora troppa confusione. Il leader non è quello che alza la voce e impone agli altri di rispettare i suoi ordini senza fiatare. A dirla tutta, non è neanche necessariamente il capo!
Un professionista mostra doti di leadership se è consapevole dei propri punti di forza (e anche dei propri punti deboli!), ha un’idea chiara degli obiettivi comuni e si mette all’opera per raggiungerli. È un leader se riunisce attorno a sé una squadra coesa e motivata, premiando chi dà il massimo e correggendo la rotta quando c’è qualche piccolo sbandamento.
Come avrai intuito, sull’argomento delle soft skills potremmo andare avanti ancora a lungo. Cosa ne pensi della nostra selezione? Ci sono altre competenze trasversali che aggiungeresti alla lista?
Fonti
5 Soft Skills Every Professional Should Cultivate
Le soft skills: cosa sono e come svilupparle
Soft skills to help your career hit the big time
Imparare ad avere queste 15 capacità vi costerà tempo e fatica. Ma poi vi saranno utili per sempre
TED | Ecco le dieci immancabili regole per affrontare una buona conversazione nell’era digitale
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