Ormai concordiamo tutti sul fatto che questi mesi stanno cambiando profondamente le nostre vite, non solo dal punto di vista personale, ma anche da quello professionale.
Tra i cambiamenti in corso vi sono anche quelli legati alla comunicazione delle aziende, soprattutto online.
Il Covid-19 è entrato in maniera prepotente nella nostra quotidianità costringendoci a modificare abitudini, comportamenti e modi di ragionare. I nostri pensieri, le nostre paure, ma soprattutto le nostre sensazioni hanno ormai un impatto importante sul nostro inconscio che va a incidere sulle scelte di tutti i giorni.
Come ormai si sente dire dappertutto, niente sarà più come prima. Nei prossimi mesi e nei prossimi anni, ci saranno sempre situazioni, immagini, parole e comportamenti che inevitabilmente riporteranno alla mente questo periodo di incertezza e di paura verso il Coronavirus e i virus in generale.
Per questo è, e sarà, indispensabile pensare e concepire strategicamente una comunicazione diversa per il proprio brand, la propria attività o la propria azienda.
Comunicazione del brand durante il Coronavirus: i primi passi da fare
Il fatto che non vi siano precedenti in passato, significa che non vi sono prassi corrette da seguire o che sicuramente funzionano meglio di altre.
Quello che importa realmente è il prodotto che si vende e come l’azienda decide di approcciarsi ad una situazione di crisi come quella attuale.
Bisogna però tenere presente che anche la scelta di non comunicare nulla (e quindi interrompere temporaneamente la comunicazione digital come quella tradizionale) è una presa di posizione.
Soprattutto è fondamentale capire che comunque bisognerà ragionare e pensare strategicamente a come riprendere i canali digitali quando tutto sarà terminato perché, come abbiamo già detto, nulla sarà come prima.
I modi in cui possiamo comunicare con gli utenti sono diversi.
Si può scegliere l’empatia e quindi mettere completamente al centro la persona che non è più cliente, ma diventa al pari del brand che dovrà a sua volta “umanizzarsi”.
Questo è quanto fatto ad esempio da alcuni famose aziende del gruppo FCA come ad esempio FIAT Italia e Jeep Italia.
Nei loro canali social hanno deciso di proporre ai propri utenti dei contenuti positivi e una serie di giochi da fare in famiglia o meno, riuscendo comunque a presentare il proprio prodotto e aiutando le persone a passare il tempo durante il lockdown.
Un’altra scelta che si può portare avanti è quella delle emozioni legate ai medici, a chi aiuta i malati e chi si trova in difficoltà. Donazioni e campagne a sostegno dei reparti di terapia intensiva fanno da padrona nella comunicazione di questi contenuti. Indubbiamente apprezzati e non condannabili in alcun modo, ma comunque impegnativi e che legano indissolubilmente, nella mente delle persone, il brand alla beneficenza. Per questo è importante scegliere le parole e le immagini giuste. Un brand che ha seguito quest’idea è Foxy Italia che, oltre ad aver realizzato un cortometraggio con la loro “Foxy” protagonista, ha anche realizzato dei contenuti ringraziando i dipendenti di tutte quelle attività che non si sono fermate durante l’isolamento.
Convertire la produzione della propria azienda per produrre beni utili alla comunità è quanto fatto dalla famosa casa di moda italiana Armani e da Calzedonia.
In entrambi i casi i canali social non sono stati il luogo dove puntare completamene i riflettori delle loro decisioni (cosa che invece è stata fatta con la stampa).
Con discrezione hanno portato avanti la loro campagna di comunicazione facendo più attenzione ai visual e ai copy da pubblicare.
Se da un lato c’è chi ha scelto la discrezione, vi sono anche brand che hanno deciso di distrarre i propri utenti con post divertenti, frivoli e volti a distrarre dalla situazione critica dovuta dal Coronavirus. Un esempio è quello di MiuMiu che, nonostante quanto stia accadendo, ha deciso di lanciare sui social media la propria linea primavera/estate.
Comunicazione del brand durante il Coronavirus: le immagini
L’impatto visivo è uno degli aspetti a cui sicuramente dobbiamo prestare più attenzione perché è inevitabilmente quel fattore che cattura maggiormente l’utente.
Se prima della pandemia si poteva scegliere in base ai colori, a idee, valori aziendali, ora la scelta è meno vasta e va fatta con cura.
Cosa evitare? Indubbiamente è utile fare una riflessione su quelle che sono le restrizioni date del Decreto Ministeriale e di conseguenza, almeno per le pagine social che si riferiscono al mercato italiano, evitare inviti a stare all’aperto, foto di gruppi di persone che si divertono, feste, locali, viaggi, ristoranti…
È quindi utile rivalutare tutti i piani editoriali realizzati prima del Coronavirus e considerare se i contenuti creati sono utilizzabili o meno.
Il consiglio è quello di scegliere comunque fotografie e colori che possano esprimere dei valori condivisi sia dalle persone che dall’azienda, senza affannarsi a cercare di trovare il contenuto perfetto.
Come si potrà notare nelle ultime settimane c’è stata un’inevitabile uniformità di immagini, concetti e parole. Questo perché tutti i brand hanno gli stessi problemi e nessuna possibilità di realizzare shooting nuovi o riprese all’aperto. Se ne avete la possibilità, e se è in linea con l’azienda, potrebbe essere utile lavorare con disegni, colori e magari concetti ispirazionali.
Comunicazione del brand durante il Coronavirus: le parole
Le parole scritte sono da sempre il veicolo più complicato e impattante. Non a caso in passato, scrivere richiedeva tempo mentre oggi, la comunicazione digitale, la messaggistica e il tempi frenetici, ci portano spesso a non ragionare sul vero significato di ogni frase.
Nonostante possa sembrare che in questo momento la comunicazione vada ripensata in fretta, non dimentichiamoci di dedicarle invece il tempo che serve.
Su cosa dobbiamo riflettere prima di approvare un copy?
Per il proprio piano editoriale potrebbe essere utile pensare prima di tutto a più di un copy post che prenda in considerazione diverse variabili, in modo da non dover ripensare completamente tutto qualora la situazione cambiasse velocemente.
Inoltre in questo momento di paura ed incertezza sul futuro, un brand deve sempre cercare di passare un messaggio positivo, senza però esserlo eccessivamente.
Se invece dobbiamo prendere in considerazione alcune parole e concetti, è preferibile come prima cercare di evitare l’idea dell’aggregazione, delle attività all’aperto, del viaggio inteso come varcare i confini dei paesi, il concetto di avventura ma soprattutto abolire completamente frasi che possano far pensare in qualche modo all’infrangere le regole, alla morte (a meno che non siate Taffo o imprese funebri), alla malattia (anche in questo caso solo in casi particolari e solo se siete brand che hanno a che fare con la salute o con la sanità, o se state promuovendo una raccolta fondi di beneficienza).
Infine assolutamente è indispensabile non polemizzare sulla situazione. Gli utenti sono già provati da quanto accade e spesso i social media sono un luogo dove cercano i brand per informazioni o per distrarsi e confortarsi.
Comunicazione del brand durante il Coronavirus: gli hashtag
Ci sono ormai hashtag che conosciamo tutti, come #andratuttobene e #restoacasa.
Ma è possibile crearne uno per la propria attività? La risposta è (come sempre) dipende.
Gli hashtag funzionano se si diffondono e vengono usati da tante persone. Non c’è nulla di peggio che trovare risultati di ricerca con numeri bassissimi e usati solo dall’azienda.
Quindi bisogna valutare bene se necessario a o se è invece meglio inserirsi in un hashtag con ancora pochi risultati ma in crescita.
Per fare quest’ultima scelta è necessario che l’hashtag sia in linea con il nostro brand, la nostra immagine e i nostri valori, che nelle ricerche abbia qualche migliaio di risultati e che siano abbastanza recenti così da entrare in un flusso che viene utilizzato e chi sicuramente è in crescita.
Fondamentale è che l’hashtag non sia stato adottato dai nostri concorrenti, sia nel presente che nel passato.
Anche in questo caso cerchiamo di trasmettere un messaggio positivo e ottimistico per il futuro.
Comunicazione del brand durante il Coronavirus: il settore del turismo, del food e wellness
Tra i settori che hanno maggiormente risentito nell’immediato il lockdown ci sono sicuramente il turismo, la ristorazione e il divertimento e il wellness. In questo caso la scelta comunicativa deve essere diversa rispetto ad altre attività o brand. Perché se è vero che da un lato non è consigliabile parlare di viaggi o di condividere il tempo assieme al ristorante o in palestra, è pur vero che non si può pensare di non comunicare con i propri follower fino a data da destinarsi. Quindi il primo passo corretto da fare è stato quello di comunicare che ci si sarebbe fermati in rispetto delle disposizioni governative.
Ma come procedere poi? Indubbiamente non è facile e i ristoratori come anche il settore del beverage ha risolto con il delivery. Le palestre hanno cominciato ad offrire lezioni online.
Mentre nell’ambito del turismo, un colosso come Booking ha ricominciato solo negli ultimi giorni a comunicare, aspettando quindi che la situazione cominciasse a calmarsi.
È utile tenere a mente che ogni attività dovrà per prima cosa pensare a soluzioni alternative per i suoi clienti, in quanto saranno proprio questi settori a riaprire per ultimi e ad avere maggiori difficoltà ad attirare subito i clienti, finito il lockdown.
Pertanto è importante che sin da subito si lavori nella comunicazione su due fronti:
- da una parte quello legato al “desiderio” di tornare a fare viaggi, mangiare e bere nei locali, mettersi in forma. Il lavoro sarà quindi legato al “sogno” di tornare alla normalità.
- dall’altro l’aspetto più importante deve essere quello di mostrare in che modo si cercherà di garantire la sicurezza dei clienti.
Quindi è indispensabile che siano rese pubbliche le modalità di igienizzazione degli spazi, che i dipendenti e i collaboratori utilizzino guanti e mascherine quando sono a contatto con altre persone ed infine che all’interno dei locali ci sia lo spazio per garantire le distanze di sicurezza.
Inutile dire che questa fase comunicativa è la più delicata, difficile e che richiede maggiore attenzione. È infatti necessario pensare ad una strategia digital efficace anche se questo dovesse comportare stoppare per qualche settimana le pubblicazioni sui social media e seguire alcune delle indicazioni che sono state dette in precedenza.
A conclusione di tutto bisogna dire che la comunicazione in questa fase delicata, forse non seguirà particolari regole proprio perché è nuova per tutti.
Come sempre è necessario sperimentare e tentare diverse strade per comprendere quella più adatta al proprio brand e ai propri utenti.
Sempre però tenendo ben a mente il rispetto verso una situazione che non si risolverà di certo in poche settimane.
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