Scommettiamo che, leggendo il titolo di questo post, ti è venuto istintivo storcere il naso. “Ma come? Una digital agency che mi vuole fare la morale perché sto sempre con gli occhi incollati al telefono? Questo è un rimprovero da vecchia zia!”.

ANGRY LADY VIOLET

Tranquillo, non siamo impazziti da un giorno all’altro: per noi che lavoriamo con il digitale lo smartphone è stato una vera e propria rivoluzione, e non rimpiangeremmo mai i “bei tempi andati” della costosissima connessione a 56k!

Ciò non toglie che, a pensarci bene, spegnere lo smartphone per 24 ore potrebbe essere un esperimento interessante. A dimostrarlo sono le storie di chi ci ha provato davvero.

Spegnere lo smartphone per 3 giorni… a 16 anni

429 adolescenti che chiudono il loro smartphone in un sacchetto sigillato e rimangono disconnessi da internet per tre giorni e tre notti. Chi cede alla tentazione, aprendo la custodia, ha perso. È Challenge4me, un progetto voluto e finanziato dal Club Lions della zona 12, che ha coinvolto sei scuole superiori e una scuola media in provincia di Modena.

adolescenti, smartphoneNon è il primo test di questo tipo, ma raramente in Italia era coinvolto un bacino di partecipanti così ampio. Durante i tre giorni di blackout (dal 5 al 7 marzo 2019) i ragazzi dovevano raccontare la loro quotidianità rispondendo a un questionario. I ricercatori l’hanno analizzato e hanno presentato i risultati il 29 marzo al teatro Fabbri di Vignola, gremito per l’occasione.

La prima sorpresa? Il 71% dei partecipanti è riuscito a fare a meno di Instagram Stories, selfie e vocali su Whatsapp per tutte le 72 ore previste, senza mai sgarrare. E, risultato ancora più clamoroso, il 78% ha dichiarato di “sentirsi bene” anche a telefono spento. C’è anche chi, come la diciottenne Giulia, dice chiaro e tondo che spegnere lo smartphone è stato “liberatorio”.

Che ansia, tutte queste notifiche!

Durante i tre giorni di astinenza da smartphone, i ragazzi hanno sentito soprattutto la mancanza delle relazioni. Sarebbe troppo comodo tacciarli di vivere rapporti solo virtuali, perché – se ci fermiamo un attimo a rifletterci – noi non siamo da meno: quanti sono gli amici e i parenti che sentiamo quotidianamente su Whatsapp, ma che incontriamo di persona solo una volta ogni tanto?

smartphone, noia, FOMODall’altro lato, però, il loro livello di ansia diminuiva giorno dopo giorno. Anche in questo caso, nulla di nuovo. I sociologi hanno addirittura coniato un acronimo, FOMO (fear of missing out) per indicare quella sottile paura di sentirci inadeguati che ci accompagna mentre, nei nostri infiniti scroll su Instagram, vediamo persone bellissime e sorridenti, pronte a tuffarsi in acque cristalline o ad addentare un croissant. Questo mentre noi, magari, siamo da soli sul divano ad affrontare una noiosa domenica di pioggia.

La FOMO è quella forza che ci spinge a controllare compulsivamente il feed dei social media per non sentirci esclusi, o a postare una story come a dire “ci sono anch’io!”, per poi restare un po’ delusi se riceviamo poche reactions.

Quante volte al giorno controlliamo il telefono?

Il fatto è che lo smartphone è così comodo! Se scomparisse da un momento all’altro, probabilmente non avremmo più un modo per svegliarci in orario al mattino, controllare le ultime news in metro o avvisare in ufficio del fatto che arriveremo 10 minuti in ritardo.

È proprio quando ci abbandona all’improvviso, magari per un guasto, che ci rendiamo conto di quanto sia presente nella nostra vita.

Secondo uno studio di Dscout lo tocchiamo in media 2.617 volte al giorno: quasi tutte sono micro-sessioni (per intenderci, quando diamo un’occhiata per vedere se ci sono nuove notifiche), mentre le sessioni vere e proprie sono 76. Ma gli utenti più “addicted”, che sono circa il 10% del totale, arrivano a una media di 5.427 tocchi e 132 sessioni.

Alcune di queste sessioni ci migliorano la vita: sono quelle in cui rispondiamo a una telefonata o a una mail, leggiamo un articolo interessante, ci ricordiamo il compleanno di un amico grazie a Facebook. Ma quante volte uno sguardo allo smartphone non fa altro che distrarci, affaticando il nostro cervello con l’ennesima informazione irrilevante che scorderemo nell’arco di pochi istanti?

Ecco perché, ogni tanto, spegnere lo smartphone per 24 ore potrebbe essere un bel diversivo. Per metterci alla prova, e respirare un po’ di più.

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